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COL MORBO ROSA

by Marco Brosolo

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1.
intanto guardavo col senso di polpa che rossa la colpa mi ero scordato di mettere braghe alle scarpe la sera di sera posava le ombre girando la luce dal basso del ventre muovevano i piedi a passo uno dopo l’altro, come fratelli mai pari mentre scoprivo che non mi vedevo, non ci vedevo si andava anche senza la maglia cosi non capivo cosa dovevo restare a guardare lontano senza tenere la pancia eppure avevo una cosa da stringere in mano cantavo con voce abbassata per sentire da tenere vicino e stringere in mano col modo che avrebbe qualcuno diverso da me io puzzo di me, io puzzo di me quando arrivano i tempi col caldo sopporto di meno che devo sudare per fare le cose che devo rifare ma non soltanto di me quando arriva l’inverno, mi sembra un’estate senza l’estate che scotta nessuno sentiva la puzza venire senza la luce che vuol rivelare i colori per come sono e non per come li vedo coi sentimenti, coi fari spenti quando ne avevo abbastanza di dove abitavo, ancora restavo; tanto nessuno veniva a sentire… volente o nolente al volante di me …che bene che stavo da solo magari riprovo a guardare quello che usavo vedere quando davo la forma alle forme dei disegnini che fanno per caso quelle piastrelle fatte di pietra e messe per terra seduto da solo nel prato, nel campo che tutti chiamavano prato e io lo vedevo come un campo senza pensare che si potrebbe anche guardare nel cielo e trovare le cose e le forme quando mi aveva trovato, quando mi avevi trovato ma sulle piastrelle i miei disegnini rimangono tali anche domani anche dopo domani. Invece le piogge portano via tutti gli amici che avevo trovato in mezzo alle nubi come un campo minato trovato fiorito, ero guarito devo dire di non morire per non morire lo tengo sul palmo di mano e lo punto col dito
2.
Ich weiß nicht warum ich weiß nicht wie ich weiß nicht worum es geht und schon gar nicht wie lange noch ich weiß nicht ob es besser ist ich weiß nicht wann wir da sind ich weiß nicht wie zu sprechen ich weiß nicht so recht ich weiß dass so nicht besser ist ich weiß nicht, ob es gut aussieht ich weiß nicht, ob es reicht, ob es genug ist ich weiß nicht wann das ende kommt
3.
classica 01:43
4.
I Gambi Tronchi gli alberi agli albori erano i rami dei prati ma poi i fiori comprati hanno reso gonfi i bronchi, diventando tronchi i petali se ne sono per sempre andati insieme ai gambi tronchi e noi ci siamo scordati, quanti fiori c'erano fuori nei prati
5.
nelle macchie delle braghe trovi vaghe e vecchie cose che ti fanno ripensare ad andare a qualche anno ormai passato, levigato dall'immemore memoria che cambia strada al piacere di ogni voglia quanta paglia al fuoco che mettiamo senza carne da bruciare, senza sole quando piove senza sale sulla pelle delle belle che alle bestie fanno beffe e sorrisini alzando i tacchi rimanendo immutate e in mutande già firmate di recente ricordavo le letture le verdure dure da mangiare in un boccone di piacere fammi da spallina che mi copro per il freddo che si aggira tra le idee che mi ronzano tra le tre e un quarto quando un terzo delle luci era all'oscuro, all'oscuro di tutto quello che volevo e non sapevo di sapere
6.
io 03:24
io non smetto mai di pensare e voglio per me tutto quello che c’è noi siamo quelli che fanno luce Tutto ad un tratto si vede che l’ombra è più grande di me. Ho solo messo le lampade nel punto in cui tutti voi vedete un uomo grande ma io sono quello li lo stesso di prima io non smetto mai di pensare, di pensare e voglio per te qualcosa che non c’è noi siamo quelli che fanno luce Tutto ad un tratto si vede che l’ombra è più grande di me ho solo messo la lampada nel posto in cui tutti voi vedete un gigante ma io sono quello li che vedevate prima

about

Marco Brosolo, artista poliedrico, combina l’alternative classic con spoken-words, un batterismo Jazzy/Bonham con beats spezzati, aritmici e cantanti. Il piano, insieme alla batteria, fanno da moquette sonora a delle orchestrazioni di genere non definibile. Il tutto in bilico, pronto a cadere feroce...

Brosolo che, con in testa Tavan (mitico poeta friulano), pensa poesie pop da cantare parlando

“col morbo rosa”: chi soffre per sensibilità apparentemente eccessiva, ha la malattia di essere troppo sano, di stare troppo bene. Non accettare le imposizioni del limitante sistema (sociale), porta la “febbre del bene”.

credits

released March 19, 2021

1 - il senso di polpa
2 - ich weiß nicht*
3 - classica
4 - gambi tronchi
5 - nelle macchie
6 - io

Musica e testi di Marco Brosolo
Cantato, suonato e registrato tra il 1997 e il 2021
nell’“InVilla Studio” Bannia, Pordenone e “TheBubble”, Berlino da Marco Brosolo.
Masterizzato da Klaus Knapp al TRIXX Ton Studio, Berlino.
*In “ich weiß nicht” la batteria è suonata a tre mani da Roberto “Butti” Buttignol e Marco Brosolo, registrata da Gabriele Ponticiello.
L’assolo di chitarra elettrica è suonato da Paolo “Polsi” Michelutti alla “Magione Vanin”, Pordenone.

copertina: rielaborazione di Marco Brosolo da una foto di Klaus Karl Mehrkens
©2021 Marco Brosolo / Numero 9

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about

marco brosolo Berlin, Germany

Marco Brosolo, aka 9, is a music producer and visual artists. His music lives between singing, song writing, drums and electronica.

Devoted since several years in various art-projects, Marco Brosolo is an artist who explores many forms of expression: electronic songs, sound installations, theater and film music, drawing.
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